#IODAMORENONMUOIO

In occasione della giornata internazionale contro le vittime del femminicidio, il Circolo della Stampa di Cosenza presieduto da Franco Rosito ed intitolato alla giornalista Maria Rosaria Sessa barbaramente uccisa, ha organizzato con l’IIS “Da Vinci-Nitti” un incontro con gli studenti dal tema “#iodamorenonmuoio”, titolo del volume del giornalista e scrittore Arcangelo Badolati. Moderati dalla segretaria del Circolo Emily Casciaro, i lavori hanno registrato i saluti istituzionali dell’assessore comunale di Cosenza Matilde Lanzino, dell’assessore di Rende Marina Pasqua, del Sindaco di Castrolibero Giovanni Greco.
L’ampia relazione del giornalista Arcangelo Badolati ha trattato il tema dell’antidoto alla violenza: l’amore, declinato in ogni sua forma e rappresentato nel tempo.Sono seguiti gli interventi del dirigente scolastico Giorgio Clarizio e della consigliera del Circolo della Stampa di Cosenza Monica Perri. A conclusione della mattinata è stata inaugurata una panchina rossa, donata dall’imprenditore Giovanni Ferrante di Rende, posizionata nel cortile della scuola, a testimonianza perenne dei valori contro la violenza.

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‘Ndrangheta e poteri occulti

Di ‘ndrangheta e poteri occulti si è discusso stamattina grazie all’iniziativa organizzata dal Circolo della Stampa “Maria Rosaria Sessa” di Cosenza, dall’Osservatorio Nazionale sulle Mafie “Falcone Borsellino”, e dal Liceo Scientifico Enrico Fermi, presenti un nutrito gruppo di studenti. Relatori il Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, il giornalista Arcangelo Badolati, il presidente del Circolo Franco Rosito, il sociologo Giap Parini. Ha coordinato la giornalista Antonietta Cozza.

Al procuratore Lombardo sono state consegnate due targhe: una raffigurante la Stauroteca di Cosenza, da parte del Circolo della Stampa; l’altra con l’effige dei Giudici Falcone e Borsellino da parte dell’Osservatorio Nazionale delle Mafie, consegnata dalla giornalista Franca Ferrami e da Pierluigi Ferrami, sorella e figlio di Lucio, imprenditore ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1981.

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Fake News e post-verità