Amanti nell storia…

Antonio Sergi

Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che come vedi, ancor non m’abbandona. Con la terzina del canto V nell’Inferno della Divina Commedia dantesca, l’incipit di “Amanti nella storia, nella letteratura, nella scienza”, un viaggio trascendentale e icastico tra le sfaccettature dell’amore. Al Terrazzo Pellegrini, tra ironia, profondità e voluttà intellettuale e artistica gli interventi del caposervizio della Gazzetta del Sud Arcangelo Badolati, dei docenti dell’Unical Riccardo Barberi e Giancarlo Costabile, dell’assessore comunale Davide Bruno e della psicoterapeuta Simonetta Costanzo. Ad intervallare le discussioni, moderate dalla giornalista Antonietta Cozza, le vibranti voci e musiche di Natalia Saffioti e Francesco D’Agostino e le letture avvincenti di Jo Lattari e Lindo Nudo. Amori belli, sbagliati, sensi di colpa, gioie, dannazioni.

Da quelli passionali e criminali nella storia raccontati da Arcagelo Badolati a quelli “scientifici” narrati da Riccardo Barbieri, con spunti atipici e ardenti sul cosiddetto “Penis captivus”. Di grande respiro e trasporto l’intervento di Giancarlo Costabile, sempre bravo a cogliere i significati più profondi dell’esistenza e della resistenza. Davide Bruno ha raccontato l’importanza del “potere” mentre Simonetta Costanzo ha spiegato gli enigmi degli amori sani e di quelli malati. Nel corso della serata è stato conferito al giornalista Salvo Sottile il premio del circolo della stampa di Cosenza “Maria Rosaria Sessa”, consegnato dal presidente Gregorio Corigliano e dal direttore di Ten Attilio Sabato al noto giornalista e scrittore per le sue inchieste e i suoi programmi tv che hanno rivoluzionato l’informazione in Italia. Sottile che si definisce <suddista di alto mare> ha voluto sottolineare l’importanza del criterio della professione giornalistica che è cosa diversa dalla spettacolarizzazione dei fatti di cronaca.

Al termine della serata, Arcangelo Badolati ha premiato tutti i relatori e lo stilista Claudio Greco, conferendo goliardicamente il diploma di “Forte palliamento” per le qualità ammalianti intellettuali e fisiche. Insomma, una serata frizzante, tra il serio e il faceto dove è emersa l’importanza di fare comunità, intendere la vita in maniera diversa per costruire, attraverso l’ironia e soprattutto l’amore, che è il significato più alto dell’esistenza umana.

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