Piazza Fontana

 

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12 dicembre 1969 un ordigno contenente sette chili di tritolo esplode alle 16,37, nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana, a Milano. Il bilancio delle vittime è di 17 morti e 87 feriti. Nessun colpevole.

A ripercorrere quei momenti è stato Fortunato Zinni, ieri mattina nella Biblioteca Nazionale cittadina, di fronte ad una gremita e composta platea studentesca.

I giovani studenti hanno assistito e partecipato all’incontro. Sono stati attenti uditori, nulla è sfuggito: le parole, i gesti, le pause raccontano uno dei fatti di sangue più oscuri della storia italiana.

Fortunato Zinni, Sindaco di Bresso, è l’autore del libro “Piazza Fontana: nessuno è Stato” (Maingraf Editore), ma soprattutto è uno dei sopravvissuti alla strage.

“… 16.37: una deflagrazione spaventosa squarcia l’aria. Il boato è tremendo, lo spostamento d’aria mi manda lungo disteso fino alla porta d’ingresso della saletta dell’ammezzato che dà sul corridoio opposto a quello della Direzione. Avverto solo che d’improvviso è tutto buio. Dopo il boato c’è un silenzio tombale. Mi rialzo a fatica, tutto dolorante. Inconsciamente, come del resto tutti gli altri colleghi, imbocco la breve rampa di scale, diretto verso il pian terreno”. Inizia con queste parole il libro, ed inizia con queste parole il lungo racconto di Fortunato Zinni.

I ragazzi sono incuriositi perché di solito la storia si legge sui libri, invece questa storia la stanno imparando direttamente dalla fonte, senza filtri. Si scatena la curiosità che suscita domande, vogliono sapere cosa è accaduto, cosa è rimasto e come ha cambiato la vita del Paese quella bomba.

Non si sottrae alle domande Zinni e risponde: << La strage di piazza Fontana è stato un tentativo di bloccare le lotte degli studenti e degli operai per migliorare il nostro Paese affinché si affermasse compiutamente la nostra costituzione>>.

<<Quello che rimane – aggiunge Zinni- è la rabbia e l’amarezza per il fallimento della giustizia e per la perdita di tanti cari amici. Ma rimane anche la volontà di lottare e di raccontare e raccontarvi la verità per non dimenticare e capire quella che è stata una vicenda di svolta dopo il dopoguerra nel nostro Paese>>.

Al ragazzo che gli chiede se sente di essere un eroe Fortunato Zinni risponde: << Non solo non sono un eroe, per quanto il Paese non ha bisogno di eroi, ha bisogno di studenti preparati, cittadini coscienti ed istituzioni che funzionano>>.

Tra gli studenti presenti in sala c’erano liceali del “Fermi” e del “Telesio”, i ragazzi dell’Itc “Monaco” e gli alunni della scuola secondaria di primo livello “Misasi”.

L’incontro è stato organizzato dal Circolo della Stampa di Cosenza “Maria Rosaria Sessa” e dal liceo scientifico “E. Fermi” di Cosenza.

Al tavolo dei relatori l’assessore comunale alla formazione della coscienza civica, scuole e cittadinanza attiva Marina Machì, Elvira Graziani, direttrice della Biblioteca Nazionale, Gregorio Corigliano, Presidente del Circolo della Stampa, Michela Bilotta, Dirigente del liceo scientifico “Fermi” ed Arcangelo Badolati, caposervizio “Gazzetta del Sud”.

 

Elvira Madrigrano

 

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